Di Ferdinando Forino
Oh sentinella di vetusta città,
a tua rocca protesa nel cielo
resiste, impavida, a secoli di storia.
Desti i natali a Bruno;
ogni tua pietra ed ogni albero
vivono del suo splendore.
I tuoi ulivi, dalla forma contorta,
pare raccontino le sue sofferenze
ed insieme i maestosi trionfi.
Giammai il tempo col suo oblio
potrà scalfire gli antichi splendori;
semmai il ricordo di quelle epiche gesta
ti renderanno una gloria eterna.
Nelle notti d’estate
sei ancora più bella;
t’accarezza il buio, t’abbraccia la luna;
ombre animate nella mia fantasia
che mi riportano in mente
cavalieri erranti e giostre sanguinose.
Di certo, lo avrai incantato
e mostratogli ciò che non era,
com’io racconto, ora, impalpabili figure.
Questo è il tuo segreto, collina infinita,
cancellare il senso del tempo,
affasciare uomini e storie
rendendoli eterni in un magico afflato.
Oh sentinella di vetusta città,
a tua rocca protesa nel cielo
resiste, impavida, a secoli di storia.
Desti i natali a Bruno;
ogni tua pietra ed ogni albero
vivono del suo splendore.
I tuoi ulivi, dalla forma contorta,
pare raccontino le sue sofferenze
ed insieme i maestosi trionfi.
Giammai il tempo col suo oblio
potrà scalfire gli antichi splendori;
semmai il ricordo di quelle epiche gesta
ti renderanno una gloria eterna.
Nelle notti d’estate
sei ancora più bella;
t’accarezza il buio, t’abbraccia la luna;
ombre animate nella mia fantasia
che mi riportano in mente
cavalieri erranti e giostre sanguinose.
Di certo, lo avrai incantato
e mostratogli ciò che non era,
com’io racconto, ora, impalpabili figure.
Questo è il tuo segreto, collina infinita,
cancellare il senso del tempo,
affasciare uomini e storie
rendendoli eterni in un magico afflato.
di Ferdinando Forino
Oh sentinella di vetusta città,
a tua rocca protesa nel cielo
resiste, impavida, a secoli di storia.
Desti i natali a Bruno;
ogni tua pietra ed ogni albero
vivono del suo splendore.
I tuoi ulivi, dalla forma contorta,
pare raccontino le sue sofferenze
ed insieme i maestosi trionfi.
Giammai il tempo col suo oblio
potrà scalfire gli antichi splendori;
semmai il ricordo di quelle epiche gesta
ti renderanno una gloria eterna.
Nelle notti d’estate
sei ancora più bella;
t’accarezza il buio, t’abbraccia la luna;
ombre animate nella mia fantasia
che mi riportano in mente
cavalieri erranti e giostre sanguinose.
Di certo, lo avrai incantato
e mostratogli ciò che non era,
com’io racconto, ora, impalpabili figure.
Questo è il tuo segreto, collina infinita,
cancellare il senso del tempo,
affasciare uomini e storie
rendendoli eterni in un magico afflato.