di Valerio Lauri
NOLA. Quattro punti in dodici partite. Così come Nola attraversa un momento cupo, anche il Nola calcio viaggia con una lanterna dalla luce fioca in un tunnel oscuro. I risultati degli ultimi mesi “regalano” ai bianconeri l’ultima casella della classifica del girone G di Serie D. Di questo passo, l’unica fiammella di salvezza brucerà in Lega, quando si potrebbe decidere
per il blocco delle retrocessioni nei dilettanti a fine stagione. Il Nola non sa vincere e, a stento, sa pareggiare. Nell’ultima partita contro Gladiator, sull’erba naturale inzuppata di
pioggia in quel di Santa Maria Capua Vetere, un altro punto, un’altra briciola che non sfama. La solita disattenzione difensiva è stata ricucita da un guizzo estemporaneo
del nuovo arrivato D’Angelo (due gol per lui in due partite). Solo cinque volte il Nola è stato capace di non perdere. Una sola in casa. Troppo poco per una squadra costruita male e rattoppata peggio. Difesa colabrodo, centrocampo molle e attacco sterile. Scarna la materia prima, deboli le motivazioni, un fantasma la grinta.
Allo stato attuale, solo la matematica permette di sperare. L’aritmetica, infatti, condanna gli uomini di mister Campana a provare a sudarsi ancora la maglia, cercando di risollevare una stagione nata male e evoluta peggio. Sono sei i gradini (punti) da scalare per evitare il declassamento di categoria diretto. Otto, invece, quelli per risparmiarsi pure i playout.
Serve compattezza, sacrificio, forza e un pizzico di cattiveria. Insomma, il Nola deve dimostrare di essere una paranza vera.